Ciclicamente mi capita di leggere sui social, non solo su LinkedIn, post di persone che si lamentano dicendo che LinkedIn non funziona. Tempo fa che facevo?! Andavo sul profilo LinkedIn della persona che lo aveva scritto e cercavo di comprendere perchè per lui Linkedin non gli era di nessun aiuto. E’ da li, dal profilo che si scoprono i perché. LinkedIn in questo è spietato. Non puoi mentire.
Guarda caso infatti 8,9 volte su 10 questi commenti vengono fatti da persone che, a causa dei profili, hanno meno possibilità di inciampare in un’occasione di lavoro di quante ne ha un ergastolano al 41bis di fare un incontro ravvicinato del 3° tipo. Ragazzi miei va bene lamentarsi, è umano. Le giornate storte capitano a tutti e capitano pure a me. Ma lamentarsi di Linkedin facendolo con quel profilo che parla per me è un po’ come tirarsi la zappa da solo sui piedi. Non trovate.
Quindi, in occasione dello speech che ho tenuto su invito di Salvatore Russo per l’evento Social&Gym di giovedì scorso ho deciso di dare 15 (qui nella versione scritta ne riporto solo 10) consigli per altrettante cose da fare per smettere finalmente di lamentarsi di LinkedIn.
Quello che leggerai quindi è il testo preparato per quell’occasione.
Partiamo.
1 – Foto Profilo- Non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione
Cominciamo con una semplice domanda che se posta aiuta ad inquadrare la questione. Quante fotografie possiamo caricare sul nostro profilo? La risposta è semplice: una.
Chi visita il nostro profilo e non ci conosce da cosa mai potrà farsi un’idea di noi? Da quella foto. Quindi capisci bene anche tu che sbagliare fotografia significa metaforicamente darsi una martellata sugli zebedei.
Consiglio. Per non sbagliare la scelta della fotografia e quindi per scegliere quella giusta è sufficiente che rispondi a due semplici domande:
- come vuoi essere percepito dal tuo pubblico?
- che cosa si aspetta di vedere in quella foto il tuo potenziale cliente? Cliente tipo del quale chiaramente dovrai già conoscere tutto, (analisi del sangue, luoghi delle vacanze preferiti e numero di cellulare dell’amante inclusi).
Una volta capito con chi avrai a che fare e messo a fuoco che tipo di immagine vuoi dare di te ecco che magicamente ogni dubbio sulla scelta corretta della foto svanirà.
Scanso equivoci ecco alcuni consigli “della serva”, come dicono dalle miei parti:
- no foto con occhiali da sole (la mamma oltretutto mi ha insegnato che è pure maleducazione)
- no foto con figli, moglie, amante o compagni di merenda vari. Intendo quelle foto dove oltre a te si vede un pezzo di braccio o altre parti di corpo delle persone che ti stanno vicino
- no figura intera perché nella maggior parte di queste foto non è possibile vedervi in viso. la Riconoscibilità è alla base della fiducia, non dimenticartelo.
- no sefie al mare
- no foto dove sei chiaramente alticcio causa bevuta con gli amici del venerdì sera.
2 – Job Title – Niente mucche viola please
Il job title sta li per una cosa sola: far capire al nostro potenziale cliente cosa diavolo possiamo fare per lui. Non serve a fare i fighi con titoli nobiliari, onorificenze o con titoli professionali da far scendere il sangue da naso al solo leggeri.
Quei 120 caratteri stanno li per risolvere un problema a chi legge che è quello di capire se tu fai per lui. Non quello di creane di nuovi perché gli tocca pure decifrare ciò che in un momento di altissima creatività hai scritto per descrivere il tuo mestiere.
Questo non è il momento ne di stupire ne di incuriosire. Le persone hanno mediamente 2 secondi per capire se ha senso investire il loro poco tempo continuando a leggere il tuo profilo oppure catalogarci come “che fa questo?” e passare oltre.
Altra cosa. Non fa parte del Job Title ma sempre li vicino sta e visto che ci sono te la butto li. Per favore non farti vedere a inserire il numero di contatti indicando con un +5,+6 k vicino al nome. Il gioco di chi c’è l’ha più lungo lo facciamo un’altra volta. Se poi mi dici invece il tuo target sono i 15 enni e facendo così pensi di impressionarli ti dico 2 cose:
- manco i 15 enni si impressionano oramai. Ho 4 figli e qualcosina ne so. Credimi,
- e anche se così fosse ti svelo un segreto: i 15enni non stanno in Linkedin, per il momento.
3 – Summary Part 1 – No Summary no party
Il Riepilogo te lo dico subito è l’unica cosa che viene letta nella maggioranza dei casi. E non pensare che se non hai un riepilogo le persone passino a leggere le tue esperienze professionali o magari ti contattino perché incuriosite da quel fantastico job title che hai scritto sotto l’effetto del pejote. No. Non funziona così. No Summary, no party. Prenditi il tempo che ti ci vuole e mettiti a scrivere sto Riepilogo se ancora non lo hai già fatto.
4 – Summary Part 2 – + Buchi sul muro e – Trapani
Se non lo sai ti dico questa cosuccia che ho imparato in 19 anni di lavoro (che detta così mi fa sentir vecchio tutto di colpo), ai nostri clienti non interessa una beata mazza di noi e di ciò che diciamo o facciamo a meno che non cominciamo a parlare di loro, dei loro problemi e delle soluzioni concrete che possiamo portare.
Credo che questo non sia per te una novità. Quindi, ma perchè mai buttar via questa grossa opportunità per far capire loro che abbiamo quelle soluzioni che cercano? Per mai non dire loro che possono finalmente smettere di vagare per il web come farebbe un viaggiatore che si è perso nel deserto in cerca di acqua?
E come possiamo far capire che siamo quello che serve loro se non cominciamo a smettere di parlare di noi e di quanto siamo esperti, propositivi, solari e di quanto siamo giovani, dinamici, con doti di leader e abili a lavorare in team e con un buchè di servizi cuciti su misura e magari pure a 360°?
Dobbiamo smettere di parlare di trapani e cominciare a parlare di buchi sul muro. Perchè quelli il cliente deve fare e per quelli vuole trovare una soluzione.
A proposito, inter nos. Suggerimentino: se il potenziale cliente è italiano è inutile che scriviamo un riepilogo in inglese. Perché nel tentativo di fare i fighi otteniamo solo 2 cose:
- Dimostriamo che non conosciamo la piattaforma visto che Linkedin ci permette di avere ben 42 diverse versioni del nostro profilo, una per ogni lingua supportata dal sistema
- La cosa peggiore: non ci facciano capire
5 – Summary part 3 – Fai del tuo Riepilogo una landing page
Spero che quando ti dirò di considerare il Riepilogo come una landing page non mi guarderai storto e non mi costringerai a spiegare nel dettaglio cosa è una landing page. (in quel caso ti dico che una landing page è una pagina costruita per guidare il lettore attraverso un percorso di contenuti che lo porterà, se tutto è costruito come si deve, a compiere quell’azione che ci si è posti come obiettivo (iscrizione newsletter, scaricare un ebook, acquistare etc etc)
Quindi, prendi i principi basi per la costruzione di una landing page e applicateli nella costruzione del vostro riepilogo.
Ovviamente partendo dal più importante: che obiettivo ti poni con questa LP . Obiettivo che determinerà la tua brava Call to Action che come in ogni Landing page che si rispetti ha il suo bravo peso.
ES:
- vuoi che ti contatti per posta elettronica? Metti la tua bella CTA chiedendogli di farlo inserendo la tua email subito dopo. Non pensare che autonomamente chicchesia vada a cercarla nel box estremi di contatto presente sul tuo profilo. Le persone sono pigre e meno le fai andare in giro a cercare le info che gli servono meglio sarà per te.
- vuoi che ti chiami? Scrivi “Chiamami” e inserisci li il tuo numero. Tanto semplice e scontato quanto poco praticato, da quel che vedo.
6 – Switch to English – Se le novità vuoi trovare all’inglese tu devi switchare
Se hai il tuo account LinkedIn impostato sulla lingua italiana cambia subito e switcha all’inglese. Potrei farti un elenco di 30 righe di funzioni presenti solo per gli account in lingua inglese. Ne cito 3 per citarle tutti:
- funzione long post di Pulse
- relationship tab – il CRM in linkedin. Dove hai la possibilità per ogni profilo presente nella tua rete di inserire note, tag, allert e altre cosucce interessanti
- sezione migliorata e più completa per la gestione dei contatti. Tra le due non c’è paragone davvero.
Ed altre ancora.
7 – Richieste di contatto, parte 1a – Comincia col piede giusto
Anche qui piccolo sondaggino. Vedi di essere sincero perché io non ti vedo ma qualcuno la sopra si. Quante volte hai personalizzato il messaggio che accompagna la richiesta di contatto?
Io mediamente ricevo dalle 40 alle 60 richieste a settimana. Vuoi sapere la percentuale di chi si prende 2 minuti per presentarsi e personalizzare il messaggio? Se arriviamo al 2% è un miracolo. Ok, mi dirai. Non lo fa nessuno. Perché devo farlo io? Giusto perchè non lo fa nessuno è un buon motivo per farlo. Non stiamo qui per differenziarci dalla concorrenza? Ecco! Comincia da qui.
Tutti noi ci riempiamo la bocca di “Mucche Viola” proclamandoci figli spirituali di Seth Godin e poi quando abbiamo l’occasione di differenziarci dagli altri con dei semplici e facili gesti ecco che ci dimentichiamo e ci facciamo prendere prigionieri dalla nostra pigrizia. Secondo te, io, di tutte le persone che mi contattano di chi mi ricordo più facilmente? Stessa cosa accade al tuo potenziale cliente.
8 – Richieste di Contatto, parte 2a – Gioca in contropiede
Ok. Abbiamo capito che chi personalizza il messaggio inviando una richiesta sta nell’elenco delle specie i via di estinzione. Bene. Quindi la maggior parte di noi le riceve senza. Fermati un attimo a riflettere su questo aspetto e s su come portare a tuo favore la cosa.
Uno ti chiede la connessione, quindi è lui che vuole qualcosa da voi, giusto? 99 volte su 100 non ha personalizzato il messaggio. Ok. Perchè non portare quindi a nostro vantaggio questa situazione inviando un messaggio in risposta alla richiesta? In puro gioco all’italiana che tradotto per i non calciofili significa giocare in contropiede.
Arriva la richiesta e… bam! Siamo noi che gli inviamo un messaggio. Ma occhio. Non un messaggio inquisitorio dove gli si domanda “chi sei, cosa fai, perché mi hai contattato o chi ti ha dato il permesso di farlo”, ma un messaggio che contenga questi semplici elementi:
- Dagli del tu e approcciati in tono amichevole
- Domandagli di raccontarti qualcosa di lui, magari qualcosa un pochino più personale che non si evinca dal profilo
- Inserisci alcuni elementi che evinci dal suo profilo. Questo serve a far comprendere chi legge che non ti sei limitato a fare copia incolla di un messaggio standard ma il suo profilo lo hai letto e stai realmente parlando con lui.
- Dopo avergli chiesto questo dagli tu però il buon esempio indicandogli la strada. Parla quindi di te e raccontagli qualcosa. Io per esempio punto su 2 fattori per cercare quello che gli americani chiamano “wow effect!”. Ho 4 figli, e tutte le volte che lo dico la gente guarda istintivamente fuori dalla finestra per vedere dove ho parcheggiato l’astronave. E poi mi gioco la carta del rugby. Visto che ho avuto la fortuna e il piacere di giocarvici non pochi anni (con relativo tributo fisico), sottolineandolo non faccio altro che trasferire su di me quei valori che comunemente vengono associati a questa disciplina sportiva. Quello che devi fare è trovare 1 o 2 cose che ti riguardano che ti va di raccontare. Cose così insomma.
- Infine gli dico dove può trovare altre info e come può seguirmi indicando il mio blog e gli altri account social. Non è detto che non preferisca seguirmi utilizzando canali differenti.
Ti dico subito che personalmente mi risponde un buon 40/45%. Non male direi. Ma l’aspetto che ti sorprenderà sta nel come e cosa le persone riescono a dire di se solo per il fatto che dall’altra c’è qualcuno che sinceramente si mostra interessato ad ascoltarle.
9 – Recommmendation – Il tuo TripAdvisorin Linkedin
Di Cialdini e della Riprova Sociale come elemento che influisce sulle decisioni delle persone non credo serva qui parlarne. L’ho già fatto in altri post che puoi trovare tranquillamente sul mio blog.
Comprendo che il termine “Raccomandazione” abbia per noi italiani un’accezione negativa ma ti consiglio caldamente di fare pace con te stesso e cominciare a chiederle. Le raccomandazioni in LinkedIn hanno lo stesso valore, se non di più, delle recensioni degli utenti in TripAdvisor o in Amazon. Se poi consideriamo pure che qui uno nel scriverla ci mette pure la faccia e la firma con tanto di link al proprio profilo linkedin capisci anche tu quale peso possano avere.
10 – Pulse – No click Baiting please
Long Post di Pulse. Posso tranquillamente dire che questa funzione ha impattato positivamente sul numero di occasioni lavorative create da questo social. Ti consiglio di cominciare ad inserirlo nella tua strategia comunicativa.
Scuse come:
- “ho già un blog che senso ha scrivere anche qui. Se la gente vuole leggermi può benissimo farlo li” non hanno un gran senso e ti spiego perché. Le persone difficilmente abbandonano un ambiente digitale se hanno deciso di passarci il loro tempo. E poi dati alla mano le interazioni che si hanno in Pulse, a parità di contenuto sono molte di più di quelle che si hanno sul proprio blog. Parlo di rapporti attorno al 7/8/10 a 1.
- “Non ho tempo per scrivere anche per Pulse quindi tutti i contenuti li riservo per il mio blog” Bene. Copia ed incolla. Come dici? Penalizzazioni SEO? 2 anni che faccio test e ricerche. Mai avute e mai trovato in rete un solo rigo che affermi il contrario.
Ah, dimenticavo! Non adottare pratiche o mezzucci come quelli che troppo spesso vedo fare: niente intro e poi frasettine con scritto “se vuoi continuare a leggere clicca qui e vai sul mio blog”. Non funziona e oltretutto ti tagli tutti i benefici in termini di engagement e condivisione del post che avresti in Pulse. Che cosa vuoi che commentino o condividano di quel post? La preview e il link a tuo blog?
Comincia da qui e vedrai che le cose cominceranno a cambiare e potrai finalmente cominciare a smettere di dire che LinkedIn non funziona.
[yikes-mailchimp form=”1″ submit=”Submit”]
- Qual è il motivo per cui i clienti dovrebbero sceglierti? - 10 Maggio 2021
- Che cos’è la Sales Cadence e perché dovresti averne una. - 17 Febbraio 2020
- Hashtag in LinkedIn: come utilizzarli correttamente. - 24 Gennaio 2020
che dire….. bravissimo?
Ti ringrazio 😉
PS. Scusami per il ritardo nella risposta. Mi ero perso la notifica
Ciao Mirko.
Innanzi tutto grazie, 1000 volte grazie.
Io sono uno di quelli che su linkedin chiedono il contatto senza personalizzare il messaggio, che rispondono alle richieste di contatto con un semplice “click” senza leggere, sapere e rispondere al mio interlocutore e che, entrati nell’ottica di “pulse” spicciano l’intro dell’articolo con il link al blog.
E poi mi lamento che linkedin non mi aiuta a trovare i contati giusti……
Ok, da domani metto in pratica i tuoi consigli e ti terrò aggiornato.
Solo una piccola nota: il servizio “relationship tab” sta scomparendo dei servizi linkedin: secondo il forum interno degli utenti la attività è stata rimossa ed è allo studio un qualche sistema di CRM che andrà, inevitabilmente, nella sezione a pagamento……. peccato!
Hai qualche idea per fare CRM con i nominativi linkedin?
Grazie ancora degli spunti imperdibili e buon lavoro
Se ti dico SalesForce so di esagerare visto che non costa poco. Quindi ti confesso invece che sono a corto di soluzioni. Non rimane che attendere. PS. Scusami per il ritardo nella risposta. Mi ero perso la notifica