Adoro David Letterman e il suo Late Show e pur conoscendo poco l’inglese (mea culpa) tutte le volte che lo intercetto lo guardo. Una cosa in particolare di diverte come un matto: le sue classifiche al limite del non-sense.
Era da tempo quindi che volevo farne una anche io e leggendo un paio di commenti di HR su una discussione avviata in un gruppo LinkedIn mi è venuta questa idea.
Era da tempo quindi che volevo farne una anche io e leggendo un paio di commenti di HR su una discussione avviata in un gruppo LinkedIn mi è venuta questa idea.
“Le 10 cose che devi assolutamente fare in LinkedIn per far incazzare un HR ed esser certo che mai ti chiamerà.”
E come ogni classifica che si rispetti ti indico prima i criteri:
- Più ti avvicinerai alle posizioni di testa maggiore sarà il grado di fastidio che riuscirai ad ottenere.
- Gli spunti sono stati presi in questi mesi leggendo post e articoli di HR che consigliavano cosa fare e cosa non fare in LinkedIn.
- Il grado di fastidio procurato nell’HR di turno è stato empiricamente misurato dal sottoscritto leggendo tra le righe di questi post 😉
Cominciamo!
- al n°10 – Avere un profilo abbozzato. E’ grave ma non sufficiente a farlo incazzare. L’unica cosa che otterrai e un: “Va, bè. Peggio per lui. Passo oltre”
- al n°9 – Non mettere una foto. Qui cominciamo a ragionare. Sei sulla buona strada.
- Commento che potresti ottenere: “E chi pensi di essere” Figlio dell’uomo ombra?” o ” Non dirmi che come gli indiani d’America del tardo ‘800 pensi anche tu che farsi fotografare ti porti via l’anima. Dai su!”
- al n°8 – Mettere una foto in spiaggia, in infradito e occhiali da sole.
- Commento massimo a cui puoi aspirare? “Che bella spiaggia”. Punto.
- al n°7 – Buone skills ma “messe giù” manco fosse il Cv che hai compilato per il primo lavoretto estivo al Mc Donanald’s.
- Commento ottenuto: “Che bravo ragazzo! Quasi quasi lo chiamo per aiutarmi la mattina con i miei 7 bassotti?”
- al n°6 – Barare nel curriculum. Dai su! Ma credi ancora che qualcuno abituato a selezionare candidati per mestiere ci possa cascare?
- Commento ironico ottenuto: “Che curriculOne! Spetta, spetta che lo contatto immediatamente prima che la Apple me lo rubi capendo di aver trovato finalmente l’erede di Steve Jobs.”
- al n°5 – Commentare discussioni o avviarne in gruppi con contenuti assolutamente fuori luogo e magari infarciti pure da un piglio saccente. Ricorda che ogni tua attività è riassunta in un particolare “posticino” facilmente raggiungibile da un link post sul tuo profilo. Quindi direi che ci siamo. Se mi accumuli altre cazzate come queste in modo da non far pensare che è stato solo un episodio sporadico direi che ce la puoi fare a fari scartare.
- Commento ottenuto: ” E’ arrivato lui, il fenomeno” O peggio “Chi??????”.
- al n°4 – Profilo in inglese per ruoli in Italia. Bravo! Vedo che ci siamo! Qui già stai entrando a pieno titolo tra i più fastidiosi. Ma secondo te che senso ha scrivere un profilo in Inglese se hai nel mirino ruoli o aziende italiane? Ottieni due cose così:
- 1 – infastidisci chi leggendolo e ti deve valutare con l’inglese non se la cava poi un gran bene. Ricorda che il potere è nelle sue mani.
- 2 – dimostri che non conosci LinkedIn visto che tra le varie cosucce a tua disposizione, LinkedIn ti dà la possibilità di scrivere il tuo profilo in tutte le lingue che vuoi e far si che a seconda della lingua impostata dal tuo interlocutore, lui veda proprio il tuo profilo scritto nella sua lingua. Magia! Vero?!
- Commento ottenuto: “Bene. Scommetto che a scuola eri quello simpatico che dal posto alzava sempre la mano quando vedevi che il tuo compagno interrogato tentennava a rispondere.”
- al n°3 – Lamentarsi, e spesso. Eh bè! Direi che ogni datore di lavoro desidera avere in azienda persone negative che solo a guardale gli faccia venir voglia di annullare il diciottesimo dell’unica figlia che ha perchè gli ricorda l’articolo 18 grazie al quale sarà costretto a tenerti. Anzi. Sono certo che ha pure fatto inserire nel mandato all’HR proprio una postilla dove chiederà che “il piagnisteo” sia una qualifica presente nel profilo del candidato ideale. Un valore aggiunto, direi.
- al n°2 – Inviare il CV (ma davvero esiste ancora?) accompagnandolo con un messaggio che urla “sono figlio del peggior copia e incolla”.
- Commento ottenuto: ” Ah si. Vedo che ci teni così tanto a questo lavoro che manco lo sforzo di scrivere due righe ti sei preso”.
- al n°1 – Ed ecco la madre di tutte le cazzate. Ti garantisco che se fai questa mossa vinci a mani basse il premio del candidato dell’anno. Vai a prendere immediatamente carta e penna e stai pronto ad appuntarti questa chicca. Rullo di tamburi…. Chiedere la connessione all’HR e una volta ottenuta non far passare nemmeno un secondo (guarda che la tempestività è fondamentale) prima di inviare il Cv.
Conclusioni
Sicuramente ne ho dimenticate altre. E a questo proposito invito gli HR all’ascolto a suggerirmene attingendo soprattutto da esperienze personali.Giusto giusto qualche aneddoto. Così, otteniamo 3 cose:
- abbassiamo il consumo di Malox tra gli HR
- diamo delle dritte evitando a dei poveri cristi in cerca di lavoro di cominciare col piede sbagliato
- mi aiutate a stilare un bel ebook sull’argomento così nel leggerlo ci facciamo tutti quanti insieme due grasse risate.
Che dite? Ci proviamo? 😉
Come di consueto Ti lascio infine i link degli articoli delle settimane precedenti di #LinkedInCaffè e del mio ebook dove puoi trovare alcuni tricks per migliorare l’uso del tuo profilo LinkedIn.
- LinkedIn Dress Code: come entrare nel salotto buono
- 5 ingredienti per scrivere un profilo LinkedIn che lasci il segno
- Catturare, rapire e ingolosire il nostro pubblico usando il nostro percorso professionale in LinkedIn
- LinkedIn e Bloggin: che c’azzecca?
- Come ampliare la propri rete di contatti in LinkedIn
- I Gruppi di LinkedIn
- Come fare Comment Marketing
- Come trovare e leggere le statistiche del tuo profilo
- Come creare un’intestazione LinkedIn efficace
- Perchè chiedere un Endorsement in LinkedIn fa bene alla reputazione
- Pagina Aziendale LinkedIn: l’avamposto per la tua strategia web
- Tag LinkedIn: come utilizzarli per fare lead generation
- Calendario Attività LinkedIn: come organizzare la tua presenza sulla piattaforma
- Come e perchè scegliere LinkedIn Ads per le tue campagne
- 35 errori da non fare in LinkedIn
- Come farsi trovare in LinkedIn
- Come LinkedIn salverà il ruolo del venditore
- LinkedIn e aziende: l’ importanza dei profili dei dipendenti.
- LinkedIn Pulse: opportunità o occasione mancata?
Ebook:
Fonte immagine : Google Immagini
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Ehi Mirko, un bel post che strappa due grosse (amare) risate, bravo!
Avendo lavorato in un’agenzia per il lavoro ho vissuto in prima persona tutte le 10 casistiche elencate, ma posso dire che l’assurdo assoluto è un punto che non hai riportato.
Sei pronto a sentirlo? Dovrai essere seduto, con dei cuscini per terra che attutiscano il colpo nel momento in cui cadrai colto da un malore improvviso e acuto! La mamma che chiama al posto del figlio!!!! “Buongiorno, mi scusi, sono xxx, la mamma di Giulio. Chiamo io perchè mio figlio è impegnato sa, studia tanto e non ha il tempo necessario per cercare gli annunci di lavoro. Ho letto che cercate un operaio, mio figlio è bravissimo, molto diligente e a modo…” Potrei continuare con le caratteristiche sublimi che la mamma elenca al telefono, ma mi fermo qui.
Caro Mirko, mettiti nei panni del mio collega HR: cosa dovrà pensare? Se il potenziale candidato non è in grado di effettuare una chiamata o, ancora peggio, cercare lavoro da sé, come può essere autonomo in un ambiente lavorativo?
Questo esempio a che posto lo inseriresti? Contenuti extra? Top del mese? 🙂
Cosa vuoi di più. Ha Agente e Pr ancor prima di cominciare a far carriera 😀
Pardon, mi trova d’accordo con molti punti di cui sopra ma non sul punto in cui dice che il profilo non dovrebbe essere in inglese anche per aziende italiane. Ci sono molte aziende italiane che si dichiarano “multinazionali”, “internazionali”, “Leader”…e quindi dovrebbero apprezzare un profilo internazionale (o con l’obiettivo di tendere verso l’internazionalità). Altrimenti l’azienda in questione non è poi così “multinazionale”, “internazionale” e “leader”. In più..in quasi tutti gli annunci richiesti esiste il requisito di ottima conoscenza della lingua inglese (ormai Business Language giustamente)… Un saluto e complimenti per l’articolo.
Buongiorno Ciro, in linea di massima concordo con lei. Anche se io, nel mio post ho fatto un distinguo. Se io miro a lavorare esclusivamente per aziende con una chiara propensione internazionale può avere un senso anche se le ricordo che LinkedIn da la possibilità di avere “n” profili tanti quante lingue vogliamo”. Quindi già questo, a mio personalissimo avviso, mi fa propendere peer una scelta diversa da quella di avere una sola versione del profilo in lingua straniera. Ma se come opzione posso prendere in considerazionianche aziende nostrane rivolte esclusivamente ad un mercato interno non ne comprendo la scelta. Tutto qui.
Buonasera Mirko, una domanda sul profilo in altre lingue. Cliccando sull’icona del mio profilo vedo solo la possibilita’ di far visualizzare il profilo in inglese e francese..come faccio ad avere l’opzione in italiano? Lo so che mi dirai di chiedere l’assistenza online di LinkedIn. ..ma io ci provo a chiedere. Grazie davvero per un tuo consiglio (voglio far leggere il tuo ebook a tutti i miei colleghi).
Ciao Laura. E invece no. Non ti dirò di chiamare l’assistenza LinkedIn 😉
Ho però un paio di domande da farti per comprendere meglio e scusami se ti sembreranno ovvie. Allora. Nel tuo profilo, tu scegli dal menù a tendina che si apre cliccando sulla “freccettina” “Modifica Profilo” la voce “Crea il tuo profilo in un’altra lingua”, giusto? Ok. A quel punto ti si apre la pagina dove scegliendo la lingua non ti compare un elenco con le 20/30 lingue ma solo con Inglese e francese?. Ho capito bene? Giusto per comprendere se posso aiutarti.
PS. (ti ho inviato via email 2 screen shot che ti mostrano ciò che voglio dire)
Che lo imparassero l’inglese… sarebbe anche ora