Già in altre due occasioni ho parlato di Pulse e di come strategicamente utilizzare i long post. Se vuoi approfondire la tematica li trovi QUI, QUI e QUI). Oggi invece voglio darti 6 consigli pratici, quasi prettamente tecnici da mettere subito in pentola per aiutarti a migliorare l’efficacia dei tuoi contenuti ma sopratutto rendere migliore l’esperienza dei tuoi lettori. Che poi se ci pensi bene è l’unica cosa che ti permetterà di aumentare la tua reputazione e quel capitale sociale che ti servirà quando sarai tu a dover chiedere loro qualcosa.
Premessa: L’ho già spiegato in altre occasione ma meglio ripeterlo. Se al termine di questo post ti sarà venuta voglia di cominciare a scrivere in Pulse ma non trovi il pulsante che da l’accesso all’editor, ti dico subito che questa funzione (come molte altre) è ad esclusivo uso di chi ha come lingua di sistema l’inglese. Quindi non devi far altro che switchare alla lingua di Shakespeare e magicamente l’accesso all’editor ti sarà consentito.
Detto questo cominciamo con i 6 suggerimenti pratici per i tuoi Long Post.
1 – Il titolo e l’immagine
Che dall’Immagine e dal titolo dipenda la vita (il tasso di lettura) del tuo post ci vuole poco per comprenderlo. Ognuno di noi infatti per decidere quale articolo è degno del suo tempo o quale contenuto leggere e approfondire si basa di fatto sul titolo. Sbagliare quello è un po’ come fare harakiri.
A tal proposito ti do due consigli emersi da uno studio su oltre 5.000 long post in Pulse:
- funzionano gli articoli con un titolo composto tra le 5 e le 9 parole;
- gli articoli Tutorial (List Article, How to) e le Interviste vanno via come il pane.
Da questi due dati traiamo due grossi consigli:
- il primo è che il contenuto che risponde in modo pratico ai dubbi o problemi dei lettori è di gran lunga la scelta migliore da fare.
- Secondo, la sintesi (nei titoli) è sempre da preferirsi. Vero che lo studio è fatto su post in lingua inglese e che per sua natura è una lingua più adatta dell’italiano a rientrare in quei stretti parametri ma il messaggio è comunque chiaro: less is more.
Capitolo a parte l’immagine che ha una funzione più attrattiva che esplicativa. Un’immagine bella, accattivante ma comunque in linea con il titolo e il contenuto assolve quel ruolo che gli americani chiamano “hook”, uncino. L’immagine serve ad attirare l’attenzione del potenziale lettore mentre questo scorre il suo feed alla ricerca di contenuti interessanti. Ricordatevi di questo quando vi troverete la prossima volta a scegliere l’immagine per il vostro post.
2 – Aiutati con Google Key Planner
Google ama LinkedIn. Se riesci a scrivere un post che, oltre a destare l’interesse del tuo pubblico in LinkedIn, si posiziona ottimamente anche nelle serp di Google hai fatto bingo. Perché il reach, la portata, la visibilità e quindi il numero di lettori non sarà limitato agli utenti LinkedIn ma travalicherà i suoi confini garantendoti una lunga vita al tuo contenuto.
Nell’esempio in foto qui sotto ti ho messo le statistiche di un mio post datato 19 giugno 2014 (oltre 2 anni fa) che ad oggi genera oltre 200 letture a settimana. Tutte generate appunto dal buon posizionamento nelle serp di Google.
Come fare? Oltre a curare il contenuto, aiutati con Google Key Planner per individuare un tema caldo e quindi ricercato sul motore.
3 – Inserisci una Call to Action
Se vuoi che le persone compiano un’azione la cosa più semplice è quella di chiederla. Partendo da questo assunto tanto scontato quanto scarsamente tenuto in considerazione (basta fare un giro su Profili, Riepiloghi o Long Post di Pulse qui su LinkedIn per rendersene conto) facciamo subito chiarezza su un paio di cose che credo debbano essere di tutti.
- Si scrive per risolvere problemi al proprio pubblico;
- queste soluzioni, una dopo l’altra, servono a costruire la nostra reputazione ed aumentare il nostro capitale sociale;
- la Reputazione e il Capitale Sociale vanno ad impattare in modo drastico sull’esito di ogni nostra azione e di ogni nostra richiesta;
- se non siamo chiari in cosa vogliamo difficile che le persone, leggendoci nel pensiero, compiano esattamente quell’azione, qualunque essa sia.
Quindi o vi affidate ai poteri telepatici altrui o alla loro capacità di leggere i segnali di fumo generati dal vostro post o alla fine di questo inserite una CTA, acronimo che sta per Call to Action, chiamata all’azione.
Esempi di CTA? “Iscriviti alla mia newsletter”, “scaricati il mio ebook”, “se vuoi approfondire” o “ricevere ulteriori info chiama, scrivi, compila questo form” o semplicemente “visita il mio/nostro sito”.
Quale è meglio mettere? Non c’è una risposta corretta: dipende da cosa fai, quanta reputazione hai, a quanto ammonta il capitale sociale da te accumulato. In sostanza quanto sei credibile agli occhi di chi legge. Più è alta questa credibilità più ti sarà semplice chiedere impegni maggiori a chi legge i tuoi post. A te la decisione.
4 – Proponi altri tuoi contenuti
Sia chiaro, non tutti saranno pronti a compiere quell’azione da te richiesta, espressa nella CTA. Quindi che fare? Li perdiamo? No. Dai loro altri contenuti, altre soluzioni. Dai loro modo di comprendere che tu ne sai e che tu sei quel professionista in grado di risolvere loro i problemi in quel determinato settore.
Come fare? Inserisci in calce al tuo post altri link ad altrettanti contenuti che risolvano altri problemi, dubbi al tuo pubblico. Aiuta loro a identificare i tuoi post come una loro “Oasi Informativa”.
5 – Inserisci gli hashtag
Da settembre di quest’anno anche LinkedIn ha inserito la ricerca per hashtag. Funziona esattamente come in Twitter. Quindi inserisci strategicamente degli hashtag nel tuo titolo e/o nel tuo post. Non abusarne se no rischi di rendere illeggibile il tuo contenuto.
Facendolo permetterai a LinkedIn (che non ha un motore di ricerca semantico, capace cioè di comprendere il significato del testo indipendentemente dalle parole chiave contrassegnate con l’hashtag) di capire di cosa tratta il tuo contenuto e restituirlo correttamente a chi fa una ricerca per quell’hashtag.
6 – Promuovi i tuoi contenuti fuori da LinkedIn
Sempre dalla ricerca sopra citata (e se vogliamo anche dal mio screenshot) emerge che nella misurazione delle performance cross-channel il 24% delle azioni dei lettori (condivisioni, consiglia, commenti) nei contenuti scritti in Pulse avviene al di fuori di LinkedIn. 1 su 5 non è poco.
Come sfruttare tutto ciò? Se non avete un vostro blog (se lo avete è un altro film) vi do un consiglio: sfruttate gli altri vostri account social (Facebook, Twitter, G+ etc etc) per condividere con quel pubblico i vostri contenuti. Non è obbligatorio avere un profilo LinkedIn per leggere un long post in Pulse. E poi si sa mai che qualcuno si ravveda e decida, iscrivendosi a LinkedIn, di passare al lato chiaro della forza 😉
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